martedì 26 luglio 2011

Need Organic - Manifesto al Natural Sentimento.

Ogni singolo giorno ci abbuffiamo con ingordigia.

Invidia, egoismo, eccitazione, oppressione, Amore, rabbia, gioia, sofferenza e altri senza limite.

Un minestrone di sentimenti caotici è di certo una dieta poco equilibrata per la mente.

Non è forse fondamentale saziarla adeguatamente per poi aiutare l’organismo materico? E’ il preconcetto di base . Senz’altro tutto sottointeso e scontato, tale che, non ci si rifletta più.

Universalmente parlando, non è questione di risanare il corpo e mantenerlo tale, piuttosto, l’inseguimento di un’immagine che non è di nostra proprietà. Un ideale pressoché irraggiungibile in quanto statico e, appunto, idealizzato.

Si pensi solo in quanti han tentato ma non hanno portato a termine una dieta sana, la determinazione è fondamentale ma altrettanto superflua quando lo scopo è di configurarsi con quell’immagine tanto ambita e non per realizzare al meglio ciò che si è e quindi ciò che si potrebbe essere.

Il mancato raggiungimento di questo traguardo genera per lo più sconforto, disagio e quasi sempre una sensazione di perenne inadeguatezza.

Arriva la fame.

Osservandola nel suo aspetto più ampio, può essere: di cibo, d’affetto, di conoscenza e molti altri.

Un reale bisogno di soddisfazione, appagamento e benessere che non viene saziato.

Pare che si stia mettendo a stecchetto il cervello piuttosto che l’organismo!

Questo continuo bombardamento di allusioni a diete macrobiotiche, a regimi di vita sani, al peso e forme “ideali” , è senza ombra di dubbio corretto ma il cibarsi è divenuto sempre più frequentemente soggetto di tendenza, un fenomeno commerciale non adattato al singolo individuo.

Il cibo è fondamentale, come il vestirsi. Bisognerebbe però tener sempre conto che non lo si fa solamente per sopravvivenza ma soprattutto per piacere.

Si segue un programma alimentare piuttosto che un altro senza pensarci troppo, quasi inconsapevolmente, trascinati per inerzia dalla compatta linea di pensiero di massa che ci trova partecipi ormai per abitudine.

La nutrizione, la moda, il vivere in generale, non dovrebbero essere universali. Il voler apparire è umanamente comprensibile ed è assurdo il volerlo restando costantemente omologati in una visione immobile dell’ideale comune. Eppure è così.

Diventa una corsa, una scalata, insomma, una gara ed il premio può divenire una maledizione difficile da digerire, un’ ossessione.

Ognuno di questi elementi deve rimanere soggettivo così come il partner perfetto. Non lo è di per sé, lo diventa con noi: complice.

Cosa fa per me? Cosa mi piace? Lo conosco? Lo comprendo ma soprattutto lo accetto seppur diverso dagli altri?

Mi voglio bene?

Domande che raramente ci si pone ma che servirebbero a coltivare il nostro “natural sentimento”.

Uso questo termine per denominare il mio pensiero partendo dalle basi di Rousseau che formulò i benefici di un ritorno alla vita naturale, per quanto possibile, e l’importanza della libera espressione del singolo individuo equilibrato ed indipendente.

Siamo cumuli di molecole più o meno evolute e dovremmo pensare da dove veniamo.

Amiamola, questa Terra!

Il nostro Mondo per quanto difficile, crudele e ingiusto possa apparire ed essere, ci fornisce tutto, e prima di una qualsiasi azione per aiutarla occorre ricordarsi della sua importanza.

Ciò che crea è per noi non solo il nutrimento più genuino ma anche fonte d’ispirazione e materia per la creazione.

Spesso nasce spontaneo lo stirarsi di fronte ad una finestra aperta. È solo uno dei gesti irrazionali consolidante il sentimento che il palcoscenico naturale ha da offrirci.

L’odore dell’aria, il colore delle nuvole, il sapore della pioggia, le sfumature dei paesaggi, l’orchestra dei tuoni, la tavolozza di tonalità dei fiori, il suonar rigoglioso del silenzio campestre, la freschezza dell’alba, il calore di un tramonto.

Ricordiamoci, almeno ogni tanto, di fermarci e formulare un pensiero organico, naturale.

Troviamo la nostra quotidiana ispirazione, coltiviamo e nutriamo le nostre passioni.

Con una calma nell’anima che ci permetterebbe di avere pace prima, dopo e durante le tempeste.

Solo così potremo completare il corpo in quanto tempio dell’anima.


Scorrono i passi, tintinnano giù per le scale.

La porta dall’interno più scura, si apre.

Luce.

“Buongiorno Mondo!”.

Ogni frutto, idea che ci da questa Terra, ma ancor più semplicemente, ogni passo che si poggia, cederebbe senza lei a sorreggerlo.

Un saluto non è che la minima onorificenza per celebrarla quotidianamente. Un saluto lo si dona per cortesia anche ad uno sconosciuto, ci ricordiamo di lei?

Non rendiamo la sua anima degradabile, nutriamoci e vestiamoci coscienziosamente di lei perché continui a vivere e aiuti noi a farlo.



.... FULL IMMERSION












 
 


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